LUCIO PRESTA RACCONTA TUTTO DELLA ROTTURA CON AMADEUS: “È ANDATA COSì”

Lucio Presta si toglie qualche sassolino dalle scarpe e rivela come nacquero i fortunatissimi Festival di Sanremo con la direzione artistica di Amadeus. E sostiene che dopo la rottura il celebre conduttore televisivo gli debba ancora pagare alcune spettanze: «Per questo è stata data disposizione all’ufficio legale di tutelare i miei interessi». – foto | video

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I FESTIVAL DI SANREMO - Tra i due c’è stato un lungo sodalizio, che ha raggiunto l’apice con le cinque edizioni, dal 2020 al 2024, dei Festival di Sanremo. Ma ora che tutto tra loro è finito, Lucio rivela molto della sua verità al Giornale, spiegando che Amadeus, alla prima edizione da direttore artistico non sapeva «neanche da dove si potesse iniziare a formulare un regolamento e ciò che ne consegue, quali fossero i diritti e i doveri del Direttore Artistico del Festival». Ricorda che con il conduttore e la sua famiglia «ho trascorso alcuni giorni a La Coruña, in Spagna, per scrivere interamente il regolamento che poi lui ha portato in Rai come opera sua». Ma per Lucio «non fu importante. Ero felice che il Vertice Rai sapesse che Amadeus era preparato e soprattutto che avevano affidato nelle mani giuste il Festival». Non solo. L’agente di spettacolo si intesta anche la scelta delle co-conduttrici: «Molte delle donne che avete visto sul palco dell’Ariston, Amadeus neanche le conosceva (Rula Jebreal ad esempio)». Poi gliele presentava durante «una cena o un pranzo, regolarmente offerto e curato dal sottoscritto». Ad esempio «Giorgina Rodriguez, Sabrina Ferilli, Ornella Muti. Pur di avere Giorgina, la moglie di Cristiano Ronaldo, organizzai una sala prove a Torino a mie spese e mandai il coreografo Franco Miseria a preparare il tango che lei portò sul palco. Le evitai così di spostarsi da Torino e allontanarsi da Cristiano e i bambini». Tale attenzione «mi procurò la stima di Ronaldo che venne ospite gratuitamente al Festival».

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LE RISPOSTE AI GIORNALISTI - Lucio va oltre. E spiega che era lui a rispondere alle domande dei giornalisti, che faceva soltanto rivedere al conduttore: «Poi le inviavamo ai giornali come se le avesse scritte lui. Stesso discorso valeva per i promo, gli annunci che giravamo con il mio telefono e portavamo al Tg1, dopo aver realizzato anche le grafiche per svelare i nomi degli ospiti che tenevamo segreti a tutti». E l’agente si intesta anche la presenza di Sergio Mattarella all’edizione del 2023: «Non chiedetemi come sia potuto accadere, ma quel sogno da me accarezzato si realizzò. A questo si aggiunse il grande regalo di Roberto Benigni che parlò della nostra Carta Costituzionale e Gianni Morandi che cantò l’Inno di Mameli. Credo, senza nessuna protervia, che sia stato il momento più alto della storia del Festival di Sanremo».

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LA ROTTURA - Finchè, continua a spiegare al Giornale, Lucio si accorge lo scorso settembre che qualcosa nel rapporto con Amadeus non funziona più. Ma anche che «due miei stretti collaboratori, accolti da anni non solo nell’azienda ma anche nella mia vita, iniziarono un rapporto diretto e segreto con Amadeus, parlando male del sottoscritto e indicandogli strade professionali che avrebbe potuto sfruttare, violando i segreti dell’azienda per cui lavoravano». E rammenta: «Amadeus chiese un appuntamento a me e a mio figlio Niccolò in qualità di produttore di Arena Suzuki», varietà musicale. Nell’incontro, il conduttore avrebbe chiesto che «gli venisse pagato dalla società la direzione artistica e che gli fossero riconosciuti il 100 per cento dei diritti della titolarità del format. Richiesta non raccoglibile. Direzione che era già pagata dalla Rai che aveva stretto un accordo con Arcobaleno Tre, titolare del format». L’agente prova a chiarirgli «che non solo non può vantare quei titoli, ma che la Commissione di Vigilanza Rai ha vietato la possibilità che gli artisti possano prendere del denaro dai produttori di programmi che loro conducono». Tuttavia, il figlio Niccolò cede alle insistenze e «gli riconosce 90mila euro, oltre quelli versati negli anni precedenti e anch’essi non dovuti. Denaro che Ama ha fatturato regolarmente con la dicitura “direzione artistica”, contravvenendo così alla circolare della Vigilanza Rai». Tuttora Lucio non sa darsi una spiegazione a tale comportamento: «Credo sia stato spinto a farlo, non riconosco lui in questo gesto. Dopo avere incassato la fattura di cui sopra, il 3 dicembre 2023, Ama chiese un nuovo appuntamento, fissato per il 14 dicembre dove mi annunciò la sua intenzione di voler interrompere il rapporto dopo la fine del Festival». Invece la rottura avviene prima, sempre per volere di Amadeus, pochi giorni più tardi: «In quella circostanza mi ha confermato che avrebbe onorato il pagamento delle mie spettanze fino a fine contratto (agosto 2024) salvo che a gennaio mi ha comunicato, attraverso il cognato (suo commercialista), che intendeva pagare solo fino a dicembre. Per questo è stata data disposizione all’ufficio legale di tutelare i miei interessi». Ovviamente, questa è la versione di Lucio Presta e Amadeus probabilmente replicherà. Però l’agente tiene a dire: «Questa la vera storia di come sono andate le cose tra Amadeus e il sottoscritto. Naturalmente ho prove documentali e testimoni. Ho voluto chiarirlo perché Amadeus in conferenza stampa ha detto: “Presta sa quello che ha fatto”, lasciando intendere chissà cosa. Altrimenti, come mia abitudine ben conosciuta, non avrei mai parlato della fine del nostro rapporto. La gratitudine è il sentimento della vigilia e la sindrome rancorosa del beneficiato è una sindrome ascrivibile ai nostri giorni e anche ai grandi personaggi».

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e.m.

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